201804.19
0

730, guida alla dichiarazione precompilata. Un #FiscoAmico ma non troppo

Dal #FiscoAmico arriva la dichiarazione precompilata (dagli intermediari)

Da questa settimana è on line la dichiarazione precompilata. Tra le novità c’è l’inserimento di nuovi oneri e spese e delle informazioni statistiche sulla contribuzione di ciascuno alla spesa pubblica. Nonostante gli annunci trionfalistici, l’obiettivo di abbattimento del costo per l’obbedienza fiscale sembra ancora molto lontano. Lo scorso anno solo il 15% delle precompilate è stato accettato senza apportare correzioni. Il 730 fai-da-te è stato scelto da poco meno di 2 milioni e mezzo di contribuenti, mentre tutti gli altri si sono avvalsi di professionisti e CAF. Non bisogna dimenticare gli elevati oneri collaborativi per l’attività di raccolta e invio dei dati oggi presenti sui server dell’Agenzia delle Entrate operata a monte dagli intermediari abilitati.

La stagione della dichiarazione dei redditi parte con l’inserimento del modello 730 precompilato sul sito dell’Agenzia delle Entrate: dal 16 aprile i contribuenti possono accedere ai propri dati fiscali, verificarne la correttezza, accettarli così come indicati o procedere alla loro modifica o integrazione. L’invio telematico deve essere effettuato dal 2 maggio al 23 luglio (7 luglio, nel caso di presentazione al sostituto d’imposta).

Come si accede al 730 precompilato? – I contribuenti possono accedere ai propri dati tramite un soggetto delegato (il sostituto d’imposta, un CAF o un professionista abilitato) oppure direttamente utilizzando il codice PIN rilasciato dall’Agenzia delle Entrate oppure mediante l’identità SPID – Sistema Pubblico d’Identità Digitale, le credenziali dispositive rilasciate dall’INPS ovvero la Carta Nazionale dei Servizi.

Quali dati contiene? – Come negli anni passati l’Agenzia delle Entrate ha già inserito redditi di lavoro dipendente e pensione, spese sanitarie, interessi passivi sui mutui, premi assicurativi, contributi previdenziali e assistenziali, spese universitarie, spese per ristrutturazioni edilizie o risparmio energetico et cetera. A partire dal 2018 il modello 730 disponibile on line contiene nuovi oneri e spese, tra i quali si annoverano le spese per la frequenza degli asili nido e le erogazioni liberali effettuate a favore del cosiddetto Terzo Settore.

La compilazione è (solo in parte) assistita – Dal 2018 viene introdotta una funzione di compilazione assistita dei dati relativi a oneri deducibili e detraibili (ad esempio le spese sanitarie, anche per i familiari a carico): il contribuente potrà inserire nuovi documenti di spesa non presenti oppure modificare, integrare o cancellare i dati comunicati dai soggetti terzi.

Come sono spesi i nostri soldi? – Un’altra novità è l’inserimento delle informazioni statistiche elaborate dal MEF sulla contribuzione di ciascuno alla spesa pubblica. “Nella speranza di fare cosa gradita” – si legge nelle pagine dedicate alla precompilata di ciascun contribuente – “Agenzia delle entrate desidera fornirti alcune informazioni con l’obiettivo di essere ancora meglio al servizio tuo e dell’intera comunità. Una pagina informativa con cui puoi avere la sintesi di come lo Stato ha destinato le imposte relative alla tua dichiarazione dei redditi 2017, per l’anno fiscale 2016. Contribuire alla propria comunità è essenziale, ma riteniamo lo sia anche avere la consapevolezza, per rispetto del cittadino prima ancora che del contribuente, di come vengano utilizzate le risorse fiscali”. Il contribuente può visualizzare come sono state ripartite i tributi che abbia pagato per il 2016: se, ad esempio, ha versato € 10.000 di imposte sui redditi, egli ha finanziato previdenza e assistenza con € 2.125, la sanità con € 1.934, l’istruzione con € 1.090, la difesa con € 882 e così via.

La precompilata azzera alcuni controlli – Se la dichiarazione precompilata viene presentata senza modifiche direttamente dal contribuente o dal suo sostituto d’imposta, non saranno effettuati i controlli documentali sugli oneri deducibili e detraibili che sono stati comunicati all’Agenzia delle Entrate. Se la presentazione è effettuata tramite CAF o professionista abilitato, i controlli documentali saranno effettuati nei confronti degli intermediari e questi ultimi saranno anche tenuti al pagamento delle eventuali somme che risultino dovute a seguito di controllo, salvo i casi di condotta dolosa del contribuente.

I numeri di un insuccesso annunciato – Lo scorso anno il 730 fai-da-te è stato scelto da poco meno di 2 milioni e mezzo di contribuenti, mentre tutti gli altri si sono avvalsi di professionisti e CAF: si tratta soltanto del 12% dei circa 20 milioni di modelli 730 presentati. L’Agenzia delle Entrate e il suo braccio informatico Sogei dichiarano di voler migliorare la propria performance, ma questo ambizioso obiettivo si scontra contro le numerose falle del sistema informatico. Nel 2017 solo il 15% dei 730 precompilati è stato accettato senza apportare modifiche: tutte le altre dichiarazioni hanno richiesto un intervento per sopperire a innumerevoli errori e lacune.
Al momento la dichiarazione precompilata sembra aver soltanto aggravato l’onere dell’obbedienza fiscale. Per il volenteroso contribuente che voglia operare direttamente sul proprio 730 precompilato alle difficoltà giuridiche si aggiungono gli ostacoli operativi: oltre che con le 112 pagine di istruzioni per la compilazione della dichiarazione dei redditi, lo sventurato dovrà fare i conti con un sito che ancora oggi non pare costruito in maniera tale da consentirne una fruizione intuitiva e rapida.
La permanente vischiosità del sistema – giuridico e informatico – costringe i più ad avvalersi delle competenze tecniche di professionisti abilitati e CAF. Ciò dimostra quanto sia ancora lontano il superamento dell’intermediazione nel rapporto tra Stato e contribuenti. Anche questa volta il cerchio si chiude con un gattopardesco “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.

Da dove vengono i dati della precompilata? – Ma facciamo un passo indietro e chiediamoci da dove venga il miliardo di dati che i contribuenti troveranno nei 30 milioni di modelli precompilati per la dichiarazione dei redditi del 2017.
Si tratta non soltanto dei dati già presenti nell’Anagrafe Tributaria (ad esempio, le informazioni contenute nelle banche dati immobiliari (Catasto e atti del Registro) e i pagamenti e le compensazioni effettuati con il modello F24), ma anche – e soprattutto – dei dati contenuti nella Certificazione Unica (come redditi di lavoro dipendente o di pensione e ritenute) inviata all’Agenzia delle Entrate dai sostituti d’imposta (datori di lavoro, INPS e altri enti pensionistici), gli oneri deducibili o detraibili (spese sanitarie, interessi passivi sui mutui, premi assicurativi, contributi previdenziali, contributi versati alle forme di previdenza complementare, contributi versati per i lavoratori domestici, spese universitarie, spese funebri, spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio e per misure antisismiche, per l’arredo degli immobili ristrutturati e per interventi finalizzati al risparmio energetico, per interventi su singole unità abitative e su parti comuni condominiali) comunicati telematicamente all’Agenzia delle Entrate da medici, aziende ospedaliere, farmacie, assicurazioni, banche, condomini et cetera, nonché le informazioni fornite dallo stesso contribuente nella dichiarazione dei redditi dell’anno precedente (ad esempio, i dati dei terreni e dei fabbricati, gli oneri che danno diritto a una detrazione da ripartire in più rate annuali, i crediti d’imposta e le eccedenze riportabili).
Questo miliardo di dati è stato convogliato nei server dell’Agenzia delle Entrate grazie al paziente inserimento telematico operato dai contribuenti o direttamente o – ed è la stragrande maggioranza dei casi – con l’intervento tecnico di decine di migliaia di intermediari. A monte della fase in avvio questa settimana si colloca quindi una defatigante attività di raccolta e invio telematico di dati, svolta nei mesi passati dai professionisti abilitati con grandi difficoltà per le gravi mancanze di procedure informatiche farraginose e di un sistema di elaborazione inidoneo a sopportare un siffatto carico di lavoro. Prova ne sono i continui rinvii – “last minute” o addirittura “postumi” – concessi per i singoli adempimenti telematici e lo scontento che viene manifestato da commercialisti, consulenti del lavoro et cetera. Il permanere di questi elevati oneri collaborativi a carico dei contribuenti ostacola la costruzione di un autentico #FiscoAmico.

Download (PDF, 166KB)